I nuovi limiti della velocità a Bologna stanno funzionando davvero? Ecco la descrizione della situazione da parte dell’amministrazione comunale
L’iniziativa “Bologna Città 30” ha suscitato vivaci discussioni e controversie, anche a livello politico, con uno scontro tra il ministro Salvini e il sindaco Lepore. La questione è stata oggetto di intensi dibattiti, ma, finalmente, sono emersi i primi dati che riescono a dare un quadro dettagliato della situazione. L’amministrazione comunale di Bologna, infatti, ha deciso di valutare lo stato di avanzamento del progetto. Secondo quanto riportato, dopo circa due mesi dall’implementazione del limite di velocità di 30 km/h su gran parte del territorio comunale, si è effettivamente registrata una diminuzione del numero di incidenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi, si conferma la tendenza positiva evidenziata dal Comune dopo le prime due settimane. Ma vediamo i dati nel dettaglio.
Il progetto Città 30 è il futuro del nostro Paese? Ecco come sono cambiati i dati sugli incidenti a Bologna
Il tema dei limiti di velocità in Italia è oggetto di dibattito da sempre, non solo sulle grandi autostrade, ma anche all’interno delle città. Da tempo si discute della necessità di imporre un limite di velocità di 30 km/h nelle aree urbane, al fine di garantire una maggiore sicurezza per automobilisti, pedoni e ciclisti.
Questa misura è stata richiesta direttamente dal Parlamento europeo, il quale, nella risoluzione approvata il 6 ottobre 2021, ha invitato la Commissione europea a elaborare una raccomandazione per l’attuazione di limiti di velocità sicuri, seguendo l’approccio del “sistema sicuro” per tutte le tipologie di strade. Questi limiti includono velocità massime di 30 km/h come norma generale nelle zone residenziali e nelle aree con elevata presenza di ciclisti e pedoni, con la possibilità di aumentare i limiti nelle arterie principali con adeguate misure di protezione per gli utenti vulnerabili della strada.
Gli Stati membri sono stati invitati a dare priorità agli investimenti nel controllo della velocità e in campagne di sensibilizzazione di qualità sull’importanza della velocità e della sua gestione. Si è anche suggerito di applicare sanzioni dissuasive per eccesso di velocità, compresi sistemi di penalità a punti, e di valutare la possibilità di corsi di sensibilizzazione sulla velocità per i trasgressori abituali.
Da quando sono iniziati i lavori il primo luglio 2023, Bologna è diventata, a partire dal 16 gennaio scorso, la prima grande città italiana ad adottare limiti di velocità di 30 km/h. Dopo varie polemiche che hanno visto anche personaggi di spicco della politica darsi battaglia sulla questione, finalmente il comune del capoluogo emiliano ha deciso di mostrare i dati in modo tale da avere un quadro della questione il più dettagliato possibile. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
I dati degli incidenti a Bologna a partire dal 16 gennaio 2024
Il Comune ha reso noti alcuni dati significativi che confermano il trend positivo a Bologna nei primi due mesi dall’implementazione definitiva della zona a 30 km/h. Gli incidenti totali sono diminuiti del 17% (377), con un solo caso mortale. Per quanto riguarda i feriti, si è registrata una riduzione del 19% (304) sulle strade della città.
Il progetto di Bologna, quindi, potrebbe essere adottato anche il altre città in futuro, partendo dalla campagna di sensibilizzazione che non si è limitata a imporre limiti di velocità, ma ha piuttosto sottolineato l’importanza di adottare il modello europeo per migliorare la sicurezza stradale.
I dati confrontano il periodo compreso tra il 15 gennaio e il 10 marzo di due anni diversi (2023 e 2024). “Nelle stesse settimane dell’anno scorso, gli incidenti totali erano stati 452, con 3 casi mortali, 296 incidenti con feriti (coinvolgendo 377 persone ferite), 1 con ferito in prognosi riservata e 152 senza feriti“, ha commentato su Facebook Andrea Colombo, ex assessore alla Mobilità di Bologna, attualmente Project Manager del progetto Città 30.
Rispetto al 2023, a Bologna si è registrato un calo del 15% negli incidenti con feriti, mentre il numero di persone ferite a seguito di incidenti è diminuito del 19,4%. Anche gli incidenti senza feriti sono diminuiti (-18,4%), e non c’è stato alcun utente della strada in prognosi riservata.
A Bologna, l’introduzione della zona a 30 km/h non è stata improvvisa, ma è stata il risultato di un processo partecipativo con la cittadinanza, che ora sta raccogliendo i frutti di queste misure di moderazione del traffico. I residenti di Bologna, pronti al cambiamento, hanno preso spunto da altre città europee come Parigi e Bilbao, e stanno indicando la strada per gli altri comuni italiani che stanno considerando l’adozione delle limitazioni di velocità a 30 km/h basandosi sui dati. “Perché questo trend positivo di riduzione degli incidenti e dei feriti possa consolidarsi, Bologna deve continuare ad adottare misure di moderazione del traffico“, ha concluso Colombo. “Per questo motivo, i provvedimenti, la campagna di comunicazione e il piano dei controlli stradali della Polizia locale per la sicurezza stradale, con l’utilizzo di autovelox e telelaser, saranno mantenuti nel tempo“.
La situazione nel resto del nostro Paese
Come detto, Bologna ha fatto da apripista a questa novità delle Città 30, ma qual è la situazione nel resto d’Italia?
Dopo Bologna, anche Torino ha deciso di implementare limiti di velocità più bassi, diventando una città a 30 km/h. Questa scelta sottolinea come le distrazioni e il mancato rispetto della precedenza siano le principali cause degli incidenti e dei rischi per la sicurezza stradale, sottolineando l’importanza di aumentare la consapevolezza dei cittadini nel rispettare le regole e guidare con moderazione. Non c’è ancora una data precisa per l’entrata in vigore dei nuovi limiti, ma il Comune avrà quattro mesi per adattarsi alle indicazioni del consiglio comunale. Di conseguenza, nelle strade senza diritto di precedenza, la velocità massima consentita sarà di 30 km/h, mentre il limite rimarrà a 50 km/h sulle altre strade.
La città di Olbia è stata la prima in Italia a introdurre il limite di velocità di 30 km/h, a partire dal primo giugno 2021, suscitando inizialmente alcune proteste da parte dei cittadini. Tuttavia, come dichiarato dal sindaco Settimo Nizzi all’Ansa, ora sono i cittadini stessi a sollecitare controlli e interventi per coloro che non rispettano la normativa.
A Cesena, invece, la prima strada a 30 km/h è stata introdotta nel 1998 e da allora il processo non si è fermato. Attualmente, il 39,21% delle strade ha un limite di velocità inferiore ai canonici 50 km/h, per un totale di 137,94 km.
Numerosi altri comuni italiani hanno esteso i limiti di velocità a 30 km/h, tra cui Reggio Emilia, Vicenza, Verona, Firenze, Genova, Caserta, Bergamo, Arezzo e Cuneo. Parma seguirà l’esempio nel 2024, diventando una “Città 30” a partire dal centro storico fino a coprire tutte le zone residenziali della città entro l’anello delle tangenziali.
Sebbene comuni più piccoli stiano adottando queste misure, grandi città come Milano, Roma e Napoli al momento non hanno progetti per diventare città con limiti di velocità a 30 km/h, sebbene alcune strade abbiano già questo limite. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha dichiarato recentemente che “non è il momento per una città a 30 km/h“, mentre Eugenio Patanè, assessore alla mobilità di Roma, si è detto d’accordo nell’istituire zone a 30 km/h sulla viabilità secondaria.