Lo studio della rivista specializzata non lascia spazio a interpretazioni. L’allarme lanciato di recente è da prendere sul serio.
Non è raro ascoltare in televisione o in radio di ricerche e studi sulla qualità del cibo che finisce sulle nostre tavole, i sondaggi condotti in questi anni stanno rendendo in consumatori sempre più consapevoli degli ingredienti contenuti nei prodotti che mettono nel carrello al supermercato. Nel mirino di una rivista di settore è finita la pasta, alimento imprescindibile all’interno della dieta di ogni italiano.
Non fa notizia la presenza di glifosato, già in passato se n’era parlato a lungo, discutendone gli effetti sulla salute e le aziende più attente in questo senso. Di recente, però, è emersa una situazione molto preoccupante; su 18 marchi di pasta che sono stati passati in rassegna, 13 erano di grano duro e 5 di grano proveniente da agricoltura biologica. È importante ricordare come l’utilizzo della sostanza non è stato ancora vietato, nonostante siano stati imposti dei limiti massimi.
Negli ultimi anni è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità a inserire il glifosato all’interno della categoria di sostanze “probabilmente cancerogene”. Stiamo parlando di un erbicida che viene comunemente utilizzato in agricoltura e che spesso, all’atto dell’analisi degli ingredienti, viene rinvenuto all’interno della pasta. Dello stesso parere è anche l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, meglio nota come AIRC.
Il mensile KTipp, rivista svizzera, ha condotto una ricerca approfondita qualche tempo fa, passando in rassegna diversi marchi. Ne sono state trovate tracce all’interno dei prodotti Lidl, Divella, Agnesi e Garofalo; ciononostante le concentrazioni risultato sempre all’interno dei parametri imposti della legge. L’allerta comunque rimane alta, pur tenendo in considerazione le spiegazioni delle varie aziende, come sottolineano gli esperti della redazione: “Hanno perfettamente ragione ma ciò non significa che le sostanze siano salutari”.
A fornire i dati migliori sono invece le paste biologiche, su 5 dei prodotti analizzati non è stata rilevata la presenza né di glifosato né di altri pesticidi. Parliamo nello specifico degli spaghetti integrali Combino Bio – che, per quanto riguarda l’Italia, vengono distribuiti nei supermercati del gruppo Lidl – e soprattutto degli spaghettoni e delle penne integrali della Barilla, che tra i marchi presentati è probabilmente quella che ne esce meglio.
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