La Direttiva Case Green obbligherà gli italiani a spendere fino a 60 mila euro per riqualificare la propria abitazione.
Chi ha una casa con classe energetica G o F dovrà spendere tanti soldi – da 35 mila a 60 mila euro – per non far perdere all’immobile il suo valore. La Direttiva Case Green è un fulmine a ciel sereno che farà compiere scelte difficili alle famiglie.
L’Europa ha deciso di abbracciare la transizione green e di imporla ai cittadini senza adeguati aiuti (almeno al momento). L’UE vuole far diventare l’Europa il primo continente a zero emissioni entro il 2050 coinvolgendo tutte le nazioni a cambiamenti radicali specialmente con riferimento al parco immobiliare. In Italia la maggior parte degli edifici ha una classe energetica G o F, piuttosto bassa e inquinante.
Significa che milioni e milioni di abitazioni dovranno essere ristrutturate nei prossimi anni per rispettare la Direttiva Case Green e non perdere fino al 40% del valore. Gli interventi da effettuare sono quelli che permettono di aumentare l’efficienza energetica dell’edificio/casa facendo diventare gli immobili più sostenibili e a basso impatto ambientale. Il primo traguardo è la riduzione del 55% delle emissioni nocive entro il 2030. Quanto costerà alle famiglie?
Nuovi edifici a zero emissioni dal 2028 e vecchi edifici in classe E entro il 1° gennaio 2030 e in classe D entro il 2033. Ciò significa installare pannelli solari, sostituire la caldaia esistente con sistemi ibridi, sostituire gli infissi e aggiungere il cappotto termino. Gli Stati membri UE hanno il compito di definire in tempi brevi un piano di riqualificazione degli edifici e abitazioni residenziali. Potranno indicare chi è esente dalla Direttiva Case Green e definire gli incentivi da erogare per raggiungere i diversi traguardi.
In Italia sono 9 milioni gli edifici che dovranno aumentare la classe energetica. Nello specifico dovranno ottenere un miglioramento di due classi per gli obiettivi prefissati e ridurre del 15% le emissioni inquinanti. Per un appartamento di 120 metri quadri degli anni ’60/’70 costruito in cemento armato e laterizi la stima è di una spesa di 60 mila euro se si trova in periferia.
Per rinnovare un villino di 120 metri quadri su due piani degli anni ’60/’70 la stima è di 85 mila/104 mila euro per realizzare il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di una pompa di calore e di un impianto fotovoltaico. Si tratta di cifre ingenti ma ricordiamo che non è un obbligo affrontarle. La casa potrà rimanere com’è ma perderà il suo valore.
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