Diversi esponenti del Pd si sono indignati dopo aver appreso la notizia di un’istruttoria in corso al Nazareno sulla possibilità di candidare Ilaria Salis alle europee
La leader del Pd Elly Schlein starebbe valutando l’ipotesi di candidare alle prossime europee Ilaria Salis, contando sull’immunità parlamentare per evitare la detenzione. Questo stratagemma era stato utilizzato già in passato per casi simili, come per Toni Negri ed Enzo Tortora. La maestra, che è stata arrestata un anno fa in Ungheria con l’accusa di violenta aggressione di tre militanti di destra, potrebbe essere così liberata dal carcere di Budapest dove è detenuta e riportata in Italia. Della proposta di candidare la maestra nelle liste per le Europee dell’8-9 giugno si parla già da un po’ di tempo, ma l’idea non mette d’accordo tutti e il Pd si trova a dover gestire una spaccatura e tensioni particolari, dovute anche ad altri temi che preoccupano il partito.
Molti esponenti del Pd si sono indignati dopo aver appreso la notizia di un’istruttoria in corso al Nazareno sulla possibilità di candidare l’attivista detenuta in Ungheria e considerano l’ipotesi una strumentalizzazione dannosa. “Vogliamo fare i radicali? Ma ricordiamoci che la Salis non è Tortora. E del resto neanche Elly è Pannella”, “Candidiamo Ilaria Salis? Ma che stiamo diventando, Potere Al Popolo?“, questi sono alcuni dei messaggi comparsi nelle chat dei parlamentari Pd.
Alessandro Zan, che appoggia quanto proposto dalla Schlein, ha spiegato che far eleggere Ilaria Salis a Strasburgo creerebbe un caso di “grandissima visibilità e impatto umanitario“. Secondo l’articolo 68 della Costituzione, per privare un parlamentare della sua libertà personale, occorre l’autorizzazione della Camera di appartenenza.
Il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, sulla candidatura della detenuta, ha detto: “Mi auguro che la signora Salis possa essere assolta, ho visto che oggi è stata portata in aula ancora in manette e catene ma pare che poi gliele hanno tolte. Non è un bel modo, non mi pare ci sia pericolo di fuga“, aggiungendo “A me preoccupa la cittadina Salis non mi interessa se poi vogliono candidarla ma se si deve trasformare il processo in scontro politico lo scontro politico non favorisce la signora Salis“.
Si respira grande tensione nel Pd, ma l’incontro al Nazareno è servito a chiarire alcune incomprensioni e a ricomporre alcuni punti. “Incontro positivo, al lavoro insieme su elezioni europee, regionali e amministrative“, hanno detto Stefano Bonaccini ed Elly Schlein dopo essersi confrontati.
Le polemiche si sono create anche attorno alla possibilità di una candidatura dell’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio. L’ipotesi non convince, Lia Quartapelle ha spiegato: “Sull’Ucraina, il Pd si è sempre schierato a sostegno di Kyiv, votando per l’invio delle armi“, “Tarquinio condivide il programma di lavoro che ci siamo dati per i prossimi anni? Il percorso delle candidature alle europee deve rispettare la natura di partito e il fondamento democratico della nostra identità. Se si vuole imporre un cambiamento di rotta politica, lo si faccia apertamente, con una discussione esplicita negli organismi di partito deputati, non con le candidature“, ha scritto sui social. L’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha affermato: “Ho interesse non a metter veti ma a far sì che il Pd abbia una linea chiara e intellegibile sull’Ucraina, che in questa fase è la questione delle questioni, e non ammette spazi di ambiguità“.
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