Da ieri, lunedì primo aprile, in Germania è entrata in vigore la legge che legalizza l’uso della cannabis a scopo ricreativo. Ecco cosa c’è da sapere a riguardo
Ieri, primo aprile, è stata implementata in Germania la normativa che autorizza l’uso di cannabis per scopi di svago, approvata dal Bundestag il 23 febbraio e confermata dal Bundesrat il 22 marzo. Questa decisione rende la Germania il terzo paese europeo a legalizzare l’uso ricreativo della cannabis, seguendo l’esempio di Malta e del Lussemburgo. Ma cosa consente questa legge? Ecco tutti i dettagli.
La normativa, appoggiata da diverse fazioni politiche, come il Partito Socialdemocratico, i Verdi e il Partito Liberale Democratico, ha ricevuto pesanti critiche dal principale partito di centrodestra, l’Unione Cristiano-Democratica. Tale legge consente a individui di età superiore ai 18 anni di possedere fino a 25 grammi di cannabis e di coltivarne fino a tre piante. L’acquisto sarà permesso soltanto presso specifici “cannabis club“, organizzazioni no-profit che potranno avere fino a 500 membri, con l’obbligo di appartenenza ad un solo club. Gli individui con più di 21 anni potranno acquistare al massimo 50 grammi al mese, mentre per i giovani tra i 18 e i 21 anni il limite sarà di 30 grammi mensili. Resta vietato consumare cannabis entro un raggio di cento metri dalle scuole e dai centri sportivi.
Reiner Haseloff, premier della Sassonia-Anhalt, ha espresso forte preoccupazione affermando che questa legge potrebbe causare perdite di vite umane. Anche l’Ordine dei medici tedeschi si è opposto con decisione alla normativa, temendo gravi conseguenze sulle prospettive di vita dei giovani del paese. In Italia, le forze politiche che sostengono la legalizzazione della cannabis, hanno invece accolto favorevolmente l’iniziativa tedesca. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha, alla luce di questa iniziativa tedesca, intensificato la sua battaglia per la legalizzazione della cannabis nel nostro Paese. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha dichiarato che la legge tedesca è un esempio da seguire anche nel nostro Paese.
Il governo tedesco ha replicato alle critiche dell’opposizione evidenziando che, nonostante i divieti, il consumo di cannabis è aumentato notevolmente, alimentando il mercato nero e diffondendo prodotti non controllati con rischi aggiuntivi di sostanze tossiche.
Insomma, nonostante la legge sia ormai in vigore le contestazioni sono ancora molto forti: ma chi ha ragione? Per scoprirlo dobbiamo vedere quali sono gli effetti che la cannabis ha sul nostro organismo.
Il termine “cannabis” o “cannabinoidi” si riferisce a tutte le sostanze psicoattive ottenute dalla Cannabis sativa, principalmente dalle infiorescenze femminili della pianta. Questo comprende circa 60 componenti attivi, tra cui i più rilevanti sono il tetraidrocannabinolo (THC), principale componente psicoattivo, il cannabidiolo (CBD) e il cannabinolo (CBN). I derivati della cannabis costituiscono le droghe illegali più diffuse e utilizzate. La cannabis, nota per i suoi effetti psicotropi, è una pianta della famiglia delle Cannabacee. Nel 2010, la National Survey on Drug Use and Health ha identificato la cannabis come la droga più consumata negli Stati Uniti, mentre in Europa nel 2015 circa 19,3 milioni di adulti, di cui 14,6 milioni di giovani adulti, hanno fatto uso di questa sostanza.
Una ricerca condotta alla Duke University nel 2012 ha evidenziato che l’uso persistente di marijuana prima dei 18 anni può causare danni cognitivi permanenti alle funzioni intellettive, attentive e mnestiche. Inoltre, smettere di consumarla non sembra ripristinare completamente le funzioni cognitive. Questo fenomeno è attribuito alla maggiore vulnerabilità del cervello prima dei 18 anni, quando è ancora in fase di sviluppo.
Il consumo di cannabis è associato a deficit nella memoria episodica, principalmente a causa della sua influenza sull’ippocampo, che è ricco di recettori cannabinoidi di tipo 1. Nei consumatori abituali, il volume e la forma dell’ippocampo possono differire dalla norma, con discrepanze che aumentano con il prolungamento del consumo. Un recente studio ha confermato la correlazione tra l’uso di cannabis e alcol e danni alle funzioni cognitive, evidenziando che gli effetti della cannabis sono più marcati rispetto a quelli dell’alcol.
Il consumo di cannabis è stato correlato a un aumento del rischio di sviluppare disturbi psichiatrici, inclusi psicosi, attacchi di panico e depressione che possono portare a tentativi di suicidio. Wayne Hall e Louisa Dagenhardt (2009) hanno identificato diversi effetti collaterali associati sia all’uso occasionale che continuativo di cannabis, tra cui attacchi di ansia e panico, sintomi psicotici e incidenti stradali causati dall’uso di cannabis. Gli effetti avversi legati all’uso regolare includono sindrome di dipendenza, bronchite cronica, sintomi psicotici, ridotto livello di istruzione negli adolescenti e deterioramento cognitivo per i consumatori abituali. Altri possibili effetti collaterali includono tumori delle vie respiratorie, disturbi comportamentali nei bambini esposti alla cannabis durante la gravidanza, disturbi depressivi, mania, suicidio e uso di altre droghe illecite da parte degli adolescenti.
Secondo il DSM IV-TR, i disturbi psichici indotti dall’abuso di cannabis includono intossicazione, delirium da intossicazione, disturbo psicotico, disturbo d’ansia e disturbi non altrimenti specificati come il disturbo delirante. L’uso occasionale può anche causare sintomi che potrebbero essere erroneamente diagnosticati come altre condizioni psichiatriche come crisi di panico, depressione maggiore o schizofrenia.
Sappiamo, da diversi studi, che la cannabis può anche essere utilizzata per scopi terapeutici con ottimi risultati. Ma com’è la situazione in Italia sotto questo punto di vista? Recentemente, il governo italiano ha deciso che la produzione di cannabis a fini terapeutici sarà supervisionata dall’Esercito Italiano. Questa mossa prepara l’Italia ad entrare ufficialmente nella lista dei paesi produttori di cannabis per uso medico, come il Canada, il Regno Unito, l’Olanda, la Danimarca e Israele, riconosciuti dall’International Narcotics Control Board. La cannabis terapeutica potrà essere prescritta e utilizzata per trattare diverse patologie e problemi associati, tra cui:
– Come analgesico per la sclerosi multipla, le lesioni al midollo spinale e il dolore cronico.
– Per alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia, della radioterapia e delle terapie per l’HIV, come nausea e vomito.
– Come stimolante dell’appetito per la cachessia, l’anoressia e i pazienti oncologici o affetti da AIDS.
– Per ridurre la pressione oculare nel glaucoma.
– Per ridurre i movimenti involontari del corpo e del viso nella sindrome di Tourette.
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