Soltanto Lazio, Lombardia e Trentino-Alto Adige riescono a superare i 1.400 euro di pensione media, confermando il primato del Nord Italia in termini di redditi pensionistici
Le pensioni in Italia rappresentano un argomento sempre al centro del dibattito, e non solo quando si parla di riforma, ma anche quando di mezzo c’è la disparità tra generi e differenze regionali.
Sebbene l’assegno pensionistico medio nel Paese si attesti intorno ai 1.300 euro lordi, alcune regioni riescono a distinguersi con cifre superiori alla media nazionale. Tra queste spicca il Friuli Venezia Giulia, che registra pensioni tra le più elevate in Italia, ma anche le più diseguali in termini di genere.
Uno dei temi più critici e discussi è la differenza di importo tra le pensioni maschili e femminili. A livello nazionale, il divario di genere è una realtà ben consolidata, ma in alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, questa disparità è ancora più accentuata. Secondo i dati dell’ultimo rapporto annuale dell’INPS sulle pensioni, gli uomini in Friuli Venezia Giulia percepiscono una pensione media lorda di oltre 1.600 euro, mentre le donne devono accontentarsi di circa 1.102 euro, un valore inferiore di oltre 500 euro. Questo gap riflette le disparità di carriera e retribuzione che, storicamente, hanno visto le donne penalizzate da percorsi professionali più discontinui e meno remunerativi rispetto ai colleghi maschi.
Le ragioni di tale disuguaglianza sono complesse e affondano le radici in una serie di fattori sociali e lavorativi. Ad esempio, la maternità e la cura familiare sono spesso state responsabilità a carico delle donne, portandole a interrompere la carriera più frequentemente e ad accumulare quindi minori contributi previdenziali. Questa situazione, se non adeguatamente affrontata, rischia di perpetuare il divario pensionistico anche per le future generazioni di pensionate.
Pensioni in Italia: alte al nord
Se da un lato il Friuli Venezia Giulia presenta un divario di genere così accentuato, dall’altro è tra le regioni con le pensioni più alte del Paese. Secondo i dati INPS, l’assegno medio lordo nella regione è di 1.338 euro, posizionandosi al sesto posto nella classifica nazionale.
Soltanto Lazio, Lombardia e Trentino-Alto Adige riescono a superare i 1.400 euro di pensione media, confermando il primato del Nord Italia in termini di redditi pensionistici. Questi numeri indicano una certa stabilità economica per il Friuli Venezia Giulia, ma nascondono anche una situazione demografica preoccupante. Come altre regioni del Nord, il Friuli Venezia Giulia sta infatti affrontando un invecchiamento della popolazione particolarmente marcato, con un numero crescente di pensionati rispetto ai lavoratori attivi. Questo squilibrio demografico è alimentato anche dalla denatalità e dall’emigrazione giovanile verso altre regioni o Paesi, che riducono ulteriormente il numero di contribuenti e rischiano di mettere sotto pressione il sistema previdenziale regionale.
Il confronto con le altre regioni
Analizzando il contesto nazionale, le pensioni più elevate si concentrano prevalentemente nelle regioni settentrionali e nel Lazio, con quest’ultimo che si distingue grazie alla presenza di numerosi ex dipendenti pubblici e pensionati di alto profilo. La Lombardia e il Trentino-Alto Adige seguono con valori sopra la media, mentre il Friuli si mantiene competitivo, pur non raggiungendo i livelli delle prime posizioni.
Questa distribuzione delle pensioni è legata a fattori economici e sociali specifici di ciascuna area. Le regioni con un passato industriale e manifatturiero consolidato tendono a vantare pensioni più generose grazie a una maggiore contribuzione dei lavoratori durante la vita attiva. Al contrario, nelle regioni meridionali, la presenza di pensioni più basse è la conseguenza diretta di un mercato del lavoro storicamente più debole, caratterizzato da un’elevata disoccupazione e da lavori meno retribuiti.
Le prospettive future per le pensioni in Italia
Guardando al futuro, la situazione delle pensioni in Italia pone alcune importanti sfide, soprattutto in relazione al bilanciamento tra pensionati e lavoratori. Il calo delle nascite, la crescita dell’aspettativa di vita e un mercato del lavoro instabile stanno creando un contesto in cui il numero di pensionati tende a superare quello dei lavoratori attivi, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale.
Se poi si fa riferimento alle pensioni minime 2025, con un aumento che potrebbe essere di soli 9 euro al mese, la preoccupazione aumenta. In Friuli Venezia Giulia, queste dinamiche risultano particolarmente evidenti, poiché la regione è una delle più colpite dall’invecchiamento della popolazione. Diventa quindi essenziale adottare politiche mirate per incentivare l’occupazione giovanile e garantire un maggiore equilibrio demografico. In caso contrario, l’aumento delle pensioni alte potrebbe diventare insostenibile nel lungo periodo, costringendo a rivedere gli importi degli assegni o a incrementare i contributi a carico dei lavoratori attivi.
Il confronto tra le regioni italiane evidenzia anche che il divario di pensioni non è solo una questione di genere, ma anche di disuguaglianze territoriali. Le regioni del Sud, come la Calabria e la Sicilia, restano indietro rispetto al Nord, con pensioni medie che difficilmente superano i 1.000 euro lordi mensili. Questo divario si riflette non solo nel tenore di vita dei pensionati, ma anche nella capacità delle regioni di attrarre e trattenere i giovani lavoratori, creando un ciclo di disuguaglianza difficile da rompere.
In conclusione, le pensioni in Italia continuano a essere un tema complesso e variegato, influenzato da una molteplicità di fattori che includono non solo le politiche previdenziali, ma anche le dinamiche sociali ed economiche delle diverse regioni. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e le sfide demografiche in atto, sarà fondamentale adottare strategie sostenibili per garantire che il sistema pensionistico possa continuare a fornire un sostegno adeguato a tutti i cittadini, indipendentemente dal genere e dalla regione di appartenenza.