Stanno per scattare i pignoramenti dell’Agenzia dell’Entrate, il tempo stringe. Cosa bisogna sapere per non rischiare nulla.
L’Agenzia delle Entrate è pronta a mettere in atto la procedura di pignoramento nei confronti dei contribuenti inadempienti verso i debiti di natura fiscale. Questa procedura seguirà i parametri temporali stabiliti dalla normativa attualmente in vigore.
Alla scansione temporale segue quella procedurale in quanto il fisco attiva un protocollo ben preciso e attento. Bisogna sottolineare che il mero accertamento dell’inadempienza non implica in maniera automatica l’avvio dell’esecuzione coattiva. Nel caso in cui l’esecuzione sia necessaria, essa non può essere avviata prima del decorso di uno specifico lasso di tempo. Facciamo chiarezza sulle disposizioni dell’Agenzia delle Entrate.
Pignoramenti dell’Agenzia delle Entrate: le informazioni da conoscere per non correre rischi
La normativa italiana prescrive precisi parametri temporali per l’avvio del pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate. La procedura non è immediata dato che dopo la segnalazione dell’inadempimento possono trascorrere alcune settimane, se non mesi, durante i quali i contribuenti ricevono dei solleciti.
Gli atti impositivi e le sanzioni emesse acquisiscono carattere esecutivo, riducendo le opzioni a disposizione del contribuente. Quest’ultimo ha due vie da poter percorrere: presentare un ricorso entro 60 giorni o procedere al pagamento della cifra dovuta. Trascorsi i 60 giorni senza alcuna azione del contribuente, l’accertamento diventa incontestabile e si nega ogni possibilità di opposizione, anche in fase di pignoramento.
Dopo altri 30 giorni dalla scadenza del termine per il ricorso o il pagamento, l’ente nazionale assume la gestione del recupero crediti. Questa fase avvicina ulteriormente al pignoramento, ma vede l’introduzione di un periodo di sospensione di 180 giorni, dove il processo può essere interrotto solo in circostanze specifiche, come la decadenza da un accordo di rateizzazione o una sentenza definitiva del giudice tributario.
Alla conclusione dei 180 giorni, l’Agenzia delle Entrate notifica al contribuente l’avviso di presa in carico attraverso posta elettronica certificata (PEC) o posta ordinaria. L’avviso informa il contribuente che l’ente ha incaricato l’esattore di intraprendere azioni nei suoi confronti, tra cui l’identificazione dei beni pignorabili.
Il processo di identificazione dei beni e l’eventuale pignoramento ha tempi variabili. In alcuni casi potrebbe anche non portare all’avvio della procedura, soprattutto se il debitore non presenta beni liquidabili facilmente. In genere, però, si stima che l’intero percorso richieda circa 12 mesi, con una possibile estensione in presenza di scenari non comuni.