Finiscono le vacanze e torna lo stress per tutti gli studenti d’Italia. Ma perché i nostri ragazzi sono così tanto stressati? Ecco cosa c’è da sapere
L’istruzione è un diritto fondamentale, ma per molti studenti è più un dovere davvero faticoso da adempiere. Per la maggior parte dei giovani, infatti, alzarsi la mattina e andare a scuola è diventato fonte di stress anziché un’opportunità di crescita personale e accademica. Attualmente, secondo alcune indagini, circa il 60% degli studenti si sente stressato e sotto pressione costante a causa degli impegni scolastici, un dato superiore alla media globale. Pertanto, la pausa settimanale delle vacanze pasquali, invece di essere un momento di riposo dai ritmi quotidiani, potrebbe aver accentuato il disagio del ritorno a scuola che affligge molti ragazzi ogni lunedì. Ma da cosa è dovuto questo stress? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La scuola italiana è una delle più stressanti al mondo: ecco cosa dicono le ricerche a riguardo
Un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, analizzato da Skuola.net, ha evidenziato il difficile rapporto tra scuola e adolescenti. Il rapporto analizza la VI rilevazione dell’HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), uno studio internazionale promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Condotta nel 2022, l’indagine coinvolge un campione rappresentativo di giovani di 11, 13 e 15 anni provenienti da tutte le regioni italiane, per un totale di oltre 89mila ragazzi e ragazze, distribuiti in più di 6mila classi e 1800 istituti scolastici.
In alcune zone del Paese, la situazione risulta ancora più critica. Numerose regioni, come il Lazio, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, le Marche, la Sardegna e la Valle d’Aosta, registrano una percentuale superiore alla media nazionale (60%) di studenti che si sentono abbastanza o molto stressati dall’impegno scolastico. In tutte le regioni, si è verificato un aumento dei livelli di stress rispetto alla precedente rilevazione di 4 anni fa. Inoltre, l’ansia aumenta con l’età: a 11 anni la prova il 46% dei maschi e il 48% delle femmine; a 15 anni, il dato sale al 60% tra i maschi e addirittura al 78% tra le femmine.
Quali sono le cause di tutto questo stress tra i nostri studenti?
Alla base di questo disagio ci sono sicuramente carenze a livello sistemico. Dal rapporto emerge che solo 1 adolescente su 8 apprezza molto la scuola. Questo scarso gradimento diminuisce ulteriormente con l’età, passando dal 15% tra gli 11enni al 7% nei 13enni e scendendo a meno del 6% nei 15enni, posizionando l’apprezzamento della scuola italiana ben al di sotto della media europea. Tuttavia, anche il “fattore umano” ha un ruolo significativo. Gran parte della responsabilità di questa situazione viene attribuita al corpo docente: solo il 70% dei ragazzi si sente accettato per come è dai propri professori, mentre soltanto il 50% ritiene che gli insegnanti siano interessati al loro futuro. Inoltre, solo poco più della metà degli adolescenti (55%) afferma di fidarsi completamente dei loro insegnanti.
È importante notare che anche questi aspetti subiscono un deterioramento con l’aumentare dell’età degli studenti. Mentre all’età di 11 anni, l’86% si sente accettato dai propri insegnanti, questa percentuale scende al 75% a 13 anni e ulteriormente al 62% a 15 anni. Allo stesso modo, se all’età di 11 anni il 62% percepisce un interesse da parte dei docenti nei confronti degli studenti, questa percentuale si riduce al 50% a 13 anni e addirittura al 35% a 15 anni. La fiducia negli insegnanti segue un andamento simile, con il 73% degli studenti che si fida dei loro insegnanti a 11 anni, riducendosi al 55% a 13 anni e al 36% a 15 anni. Anche le relazioni tra pari non sembrano essere idilliache, specialmente durante l’adolescenza. Circa un terzo degli studenti, soprattutto durante questa fase della vita, dichiara di non sentirsi accettato dai propri compagni di classe. Inoltre, oltre il 40% tra i 13 e i 15 anni giudica i loro coetanei come poco gentili e disponibili. Solo tra gli 11enni si osservano numeri più incoraggianti, con solo il 30% che non percepisce disponibilità e apertura nei confronti dei propri compagni di classe e solo 1 su 4 che non si sente accettato.
Una ricerca del 2023 conferma questi dati e presenta un quadro decisamente critico
Inquieti, annoiati, stressati e sempre più inclini alla violenza: è questo è il ritratto che emerge dall’analisi condotta da ‘Nomisma’, nel 2023, sugli studenti e gli adolescenti nel nuovo contesto sociale post-pandemico. Lo studio coinvolge un campione di insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado in tutta Italia, mirando a esaminare le dinamiche giovanili e individuare le preoccupazioni degli educatori. La maggior parte dei docenti segnala un aumento dei casi critici, soprattutto legati ai comportamenti degli studenti all’interno delle istituzioni scolastiche, considerati il principale rischio della loro professione. L’indagine si inserisce nel contesto degli Osservatori di Nomisma, volti a mappare l’evoluzione degli stili di vita e dei comportamenti degli italiani, e ha permesso di indagare la percezione dei docenti sui rischi legati alla loro professione. Secondo gli insegnanti, c’è stato un netto calo dell’attenzione in classe (segnalato dal 78% degli intervistati) e dell’interazione tra gli studenti (dal 29%). Tuttavia, i dati più preoccupanti riguardano l’incremento di ansia e stress, rilevato dall’81% degli insegnanti intervistati, fenomeni che si manifestano già nelle scuole primarie. Inoltre, tre insegnanti su quattro hanno notato un aumento sia dei comportamenti aggressivi che di apatia e noia tra gli studenti. Tuttavia, va sottolineato che la metà dei docenti ha osservato un maggiore rispetto delle diversità e dell’inclusione tra i ragazzi, e in un caso su cinque, un maggiore impegno civico rispetto al passato. “In questo contesto, caratterizzato da molteplici aspetti rilevanti, i docenti si sentono poco rispettati dagli studenti, con il 74% dei casi che segnala un calo o un forte calo di rispetto rispetto ai primi anni di insegnamento. Questa percezione è particolarmente evidente tra gli insegnanti con più di 20 anni di esperienza“, ha spiegato Paola Piccioni, Project Manager di Nomisma.
Sono proprio le azioni degli studenti a generare maggiore apprensione tra gli insegnanti. Una fonte di preoccupazione per il 71% dei docenti è proprio questa, identificandola come uno dei principali pericoli legati alla professione, spesso aggravato dalla carenza di risorse e supporto da parte dell’istituzione scolastica (segno di preoccupazione per il 47% dei partecipanti). Un’altra area di inquietudine è rappresentata dalla questione della sorveglianza e del controllo degli studenti (così pensa il 41% degli intervistati): solo 1 insegnante su 4 afferma che gli studenti rispettano le regole di comportamento in classe e a scuola. Questo squilibrio porta a momenti intensi di stress e fenomeni di burnout ed esaurimento, come riportato dal 42% dei partecipanti.