Dai dati raccolti è emerso che il 35% degli italiani esprime un sentimento positivo riguardo alle occupazioni degli atenei, mentre il 65% si mostra contrario e perplesso
Diverse università italiane nell’ultimo periodo, tra cui La Sapienza di Roma e gli atenei di Napoli, Genova, Torino, Bologna e Macerata, sono state occupate da studenti che hanno manifestato a sostegno del popolo palestinese. Le sommosse studentesche hanno causato scontri con la polizia, secondo quanto riportato da alcuni ragazzi, anche gravi. I giovani hanno sventolato la bandiera della Palestina e al megafono hanno intonato cori contro Israele. Secondo Vis Factor, che ha condotto una ricerca per Adnkronos, due italiani su tre si dichiarano contrari alle occupazioni delle università.
Le sommosse studentesche dividono gli italiani
Negli ultimi giorni si è assistito a diverse sommosse degli studenti di alcune università, quelli della Sapienza di Roma sono entrati nell’edificio del Rettorato durante l’assemblea dei Collettivi, mentre a Genova il rettore Federico Delfino è stato contestato e insultato dagli studenti. I cori pro Palestina hanno echeggiato nei mesi scorsi anche a Napoli, dove i ragazzi hanno occupato l’Università Orientale e a Bologna.
Dai dati raccolti è emerso che il 35% degli italiani esprime un sentimento positivo riguardo alle occupazioni degli atenei, mentre il 65% si mostra contrario e perplesso sulle sommosse verificatesi negli atenei di Roma, Napoli, Genova, Torino, Bologna e Macerata. Le emozioni più associate al tema sono rabbia (32%), frustrazione (21%), sfiducia (16%) e solidarietà (15%).
I temi più dibattuti sono il sostegno agli studenti e la solidarietà al popolo palestinese. Gli studenti della Sapienza hanno occupato il Rettorato dell’ateneo e hanno appeso aver appeso uno striscione con scritto “Sapienza for Palestine“. Alcuni di loro hanno tentato di bloccare l’assemblea dei Collettivi. “Non ci hanno fatto parlare, ma abbiamo dimostrato che gli studenti Sapienza sono uniti, dalla stessa parte”, hanno detto i membri. “Hanno paura di un incontro in cui mettiamo a nudo le loro contraddizioni, stanno mettendo le mani in pasto al genocidio. Che sia chiaro, non te la facciamo passare Polimeni“, hanno detto i manifestanti.
Le dichiarazioni della ministra Bernini
Gli studenti dei collettivi si sono dati appuntamento al prossimo Senato accademico del 16 aprile e il 9 alla Farnesina, “il giorno prima della scadenza del bando Maeci Italia Israele 2024“. “Sull’esempio della lotta degli studenti di Bari e di Torino, la rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni, si deve dimettere da MedOr, l’università La Sapienza non deve partecipare al bando Maeci e va rotta ogni complicità con Israele”, hanno detto i ragazzi. “Basta complicità con Israele, fuori la rettrice da Med-Or, no alla partecipazione al bando Maeci, basta accordi con università israeliane e filiera bellica“, hanno ribadito, “vogliamo un confronto pubblico con la rettrice per discutere le richieste degli studenti“, “abbiamo dormito in aula magna e non intendiamo andare via da qui finché non avremo risposte“.
La ministra dell’università Anna Maria Bernini, ha dichiarato: “Totale sostegno ai rettori Polimeni e Delfino. L’occupazione del rettorato de La Sapienza e l’aggressione al rettore dell’università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica”. “Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati. La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all’intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell’ordine per il loro sostegno“, ha aggiunto.